Il piacere del cibo: amico o nemico dell’equilibrio?
Che il cibo non sia solo una fonte di nutrimento, sembra essere chiaro. L’espressione “Il cibo è anche piacere” è ormai infatti sulla bocca di tutti. Ma a cosa ci riferiamo, esattamente, quando parliamo di piacere del cibo?
Forse non lo sai, ma esistono due tipi di piacere associati al cibo.
Il piacere viscerale
Il primo prende il nome di piacere viscerale, e consiste nella sensazione di sollievo generata dalla soddisfazione dell’impulso di mangiare.
Questo impulso può derivare dalla fame, ossia dal bisogno di nutrimento, ma anche dal craving di cibo (desiderio irrefrenabile).
Il craving, a sua volta, può essere generato dalla semplice vista di alimenti percepiti come gustosi (fame esterna) o dalla presenza di forti emozioni, specialmente negative (fame emotiva, o nervosa).
Da questa prospettiva, il cibo genera piacere perché riduce temporaneamente le sensazioni negative legate alla fame e/o al craving, ed è strettamente connesso alla quantità di cibo ingerito.
Il piacere epicureo
Il piacere epicureo, a differenza del piacere viscerale, non deriva dal bisogno di calmare un’urgenza, ma è fine a sé stesso, ed è legato all’apprezzamento delle caratteristiche sensoriali e del valore simbolico del cibo.
Questo tipo di piacere, in particolare, e si associa alla qualità del cibo ed è determinato da:
- fattori estetici, come ad esempio il colore del cibo e la sua presentazione, la presenza di consistenze e sapori differenti;
- presenza di informazioni che attribuiscono valore simbolico al cibo, ad esempio riferimenti espliciti al Paese d’origine della materia prima, oppure alle modalità specifiche di preparazione del piatto;
- approccio mindful al cibo, ossia prestare attenzione alle caratteristiche sensoriali del cibo ed alle proprie reazioni fisiche, emotive e cognitive al cibo.
Il piacere del cibo è positivo o negativo?
Se prendiamo in considerazione il piacere viscerale, potremmo essere indotti a pensare che il piacere del cibo sia qualcosa di negativo, perché promuove alla sovra-alimentazione. È stato infatti evidenziato come la fame emotiva e la fame esterna, che, come abbiamo visto, sono due determinanti del piacere viscerale, determinano un aumento dell’intake calorico.
La naturale conseguenza di questo è che, per evitare la sovra-alimentazione, le persone vengano spesso invitate all’autocontrollo, a non “cedere” al piacere, tramite prescrizioni e restrizioni di vario genere.
A breve termine, questo approccio ha certamente effetti benefici in termini di riduzione dell’assunzione di cibo.
Tuttavia, a lungo termine ci sono controproducenti effetti negativi, che non possono essere trascurati: si generano ansia e preoccupazione – se non addirittura paura – nei confronti del cibo, si riduce il piacere di mangiare, oltre che il benessere generale della persona.
In un’ottica di piacere epicureo, le cose cambiano radicalmente. Il piacere è qualcosa di assolutamente positivo, che promuove il benessere e la moderazione a tavola, proprio grazie alla maggiore attenzione che viene rivolta al cibo ed all’esperienza con esso.
Mangiare con piacere si può
Per raggiungere un’alimentazione equilibrata, allora, sarebbe intelligente puntare sulla valorizzazione e sul potenziamento del piacere epicureo, piuttosto che sulla soppressione del piacere viscerale.
Passare dall’autocontrollo all’ascolto dei propri bisogni fisici e mentali.
Riconoscere che mangiare per rispondere ad un’emozione negativa non è di per sé sbagliato, ma che se al piacere viscerale integriamo quello epicureo, probabilmente, ci sentiremo meglio.
Ma come farlo?
Una possibile strada è allenarsi con la Mindful Eating, che promuove l’ascolto del proprio corpo, dei pensieri e delle emozioni associati al cibo e che, come abbiamo visto poco fa, è proprio uno dei fattori alla base del piacere epicureo.
Vuoi riscoprire il piacere del cibo? Scopri il mio percorso di Mindful Eating online, e ritrova il benessere a mangiando.
Fonti:
Cornil, Y., & Chandon, P. (2016). Pleasure as an ally of healthy eating? Contrasting visceral and Epicurean eating pleasure and their association with portion size preferences and wellbeing. Appetite, 104, 52-59.